La sostanza simbolica e l’istanza comunicativa dell’immagine, costantemente presenti, permettono di iscrivere l’opera di Grazia Zattarin nell’ampio alveo della pittura visionaria radicata nella poetica fra Settecento e Ottocento, manifesta nella matrice simbolista, egemone fra Ottocento e Novecento e, alimentata dalle suggestioni freudiane, costantemente presente nelle esperienze surrealiste affioranti nel Novecento.
Olio su tela, 50x100cm, 2008
Quando il cielo non è direttamente presente è evocato. L’immagine, il doppio, il simulacro riflesso del corpo, sembra destinato a essere deprivato dalla propria dimensione aerea.
Olio su tela, 80x100cm, 2008
I corpi sono teatri di condensazioni e spostamenti. Il corpo femminile diviene corpo totale, dove trovano posto terra, mare e cielo, frammenti di umanità irriducibili a forma compiuta.
Pittura acrilica su manichino, 180cm, 2008
Il corpo, luogo dell’eros, irrompe in alcuni nudi, spesso incompleto, imperfetto, quasi mutilo, fuori campo. Vi irrompe il colore-materia, assente altrove e qui convocato per conferire una densità scabrosa. Quasi che il corpo, assunto nella sua sostanza solo materiale, esigesse una forma pittorica specifica.
Tecnica mista, 50x70cm, 2007
I viaggi in Oriente, trasfigurati in un pantheon personale, alimentano un immaginario suggestivo e condiviso da generazioni di viandanti-erranti.
Olio su tela, 70x120cm, 2007
In lei l’esperienza artistica si intreccia indissolubilmente con l’esperienza umana, con la vita. Tuttavia non coltiva una rarefatta e inaccessibile soggettività, raccolta nell’ascolto di un’esoterica voce interiore e nutrita di ineffabili istanze mistica: il corpo, se pur sublimato nella materia cristallina, la genera e la trattiene.
Corpo di cristallo, Olio su tela, 50x70cm, 2007
Nella finitezza estrema delle sue opere si esprime il dominio perfetto della forma pittorica, che non costituisce in sé un motivo di ricerca, bensì si presta duttile alle intenzioni compositive, alla ricerca di una forma dotata di immediatezza evocativa di stati d’animo e idee, senza apparente soluzione di continuità divenute immagine.
Olio su tela, 82x62cm, 2007
L’orizzonte è il luogo della figura umana, immediatamente o metaforicamente richiamata, ma sempre centro delle sue composizioni.
Olio su tela, 50x100cm, 2002
L’opera di Grazia Zattarin si situa in una costante tensione fra la dimensione corporea e la dimensione spirituale, che trovano nella terra e nel cielo la loro forma allegorica.
Xilografia, 1978