Un'energia cosmica impalpabile s'espande nelle tele di Grazia Zattarin, in una luce metafisica di bagliori calibrati nella misura della saggia natura. Ed è la stessa energia cosmica che, interiorizzata dall'artista richiama l'attenzione verso la propria essenza e ne guida la volontà, orchestrandone i segni.
Alla sensibilità di Grazia Zattarin non è estranea un'originale simbiosi tra il mondo piacevolmente surrealista di Magritte, per quelle larghe campiture cromatiche tese ad un effetto piatto e quelle scelte tonali che spaziano dai blu cobalto e gialli accesi ai più soavi pastello turchesi a un mondo misteriosamente metafisico avvertito nell'eloquenza del silenzio che si assapora tra gli oggetti protagonisti delle opere.
In questo silenzio dense simbologie muovono verso la percezione di misteriosi luoghi, templi solitari dove concentrare il proprio essere ed iniziarsi ad un inconsueto, pregno sentire. Spazi che ci esortano all'ascolto del silenzio, nella contemplazione dell'arcano suono, delle sottili vibrazioni con cui i misteri della natura solleticano la leggerezza dell'anima rapita .In "ROCCE DORMIENTI", una luce mistica pervade statuari corpi di figure assopite, la lacrima sfavillante di una donna le cui palpebre erano state sigillate da ferre cuciture testimonia il ritorno alla vita.
"Portali della percezione divisi dalla fisicità di scoscesi scalini, suggeriscono l'abbandono delle proprie vesti d'adorno, ci sollecitano a spogliare l'anima da maschere pesanti e gettarsi in un tuffo di sublime ariosità, in una dimensione senza tempo, senza spazio, senza peso."
"Il tocco razionale, il terreno, è appena evocato dalla presenza di scarpette abbandonate alla soglia del recinto sacro."