Nudi

Grazia Zattarin presenta un’interessante serie di nudi ed alcuni paesaggi, che potremmo definire onirici.
Si premette che sarebbe una semplificazione considerare il nudo nell’arte un genere tra gli altri come la natura morta, le marine, i ritratti.

Nell’antichità e poi ancora nel Rinascimento nelle sculture di corpi nudi – divinità mitologiche, eroi, grandi personaggi – veniva riconosciuta la presenza di ulteriori elementi: chi li guardava poteva cogliere valenze spirituali, simboliche o magiche. Un dilemma. Queste ulteriori dinamiche dipendono solo dall’artista o anche da reazioni – più o meno inconsce – di chi osserva tali opere? Il problema rimane aperto e si ripresenta con maggiori implicazioni in epoca moderna, dopo l’ ‘invenzione della fotografia. Tuttavia quello che sembra civiltà dell’immagine oggi è decaduto a stereotipi iconici, quindi ossessività e assenza di emozioni personali. Il nudo fotografico – si pensi all’opera di Helmut Newton – è esibito in sequenze seriali, ormai senza “misteri“ o risonanze, e diventa quindi voyeuristico e teatrale: il risultato è un erotismo costruito e prevedibile.



“ LA NUDA VERITA’ DEI CORPI”
Testo critico di Michele Petrantoni, Milano 2007
Personale di pittura “ Seduzione…linguaggio d’amore”
Hotel Parigi, Bordighera, luglio 2007

Guardandoti

Tecnica mista su tela, 50 x 70 cm, 2007. Di proprietà della Galleria Studiò, Milano

Madre dormiente

Olio su tela, 60 x 80,cm 2007. Di proprietà della Galleria Studiò, Milano

Mariposa

Tecnica mista su tela, 50 x 70, 2007.

In parallelo sono lontani quasi in un’ altro pianeta i nudi dei disegni erotici di Klimt o gli scatenamenti nei dipinti di Schiele o di certa pittura espressionista, da Grosz a Kirchner.

Queste premesse permettono di meglio inquadrare il contesto nel quale si pongono le opere della nostra artista. I suoi corpi nudi, in prevalenza femminili, sono presentati nella loro pienezza quasi scultorea, ma insieme esprimono la sensualità malinconica della solitudine o del disamore: il riferimento riguarda, ad esempio, i dipinti “Luce”, “Calze rosse” o “Viola” con la giovane donna vista di schiena, coperta da un gran velo bianco. Questo espediente rende la nudità più erotica e accende un gioco di seduzione tra la pittrice e il suo pubblico. Molto più spesso Grazia Zattarin all’erotismo aggiunge una specie di turbamento quando lascia vedere solo figure parziali, “nascondendo” i loro occhi e talvolta l’intero volto.

Memoria

Tecnica mista su tela

50x70

2007

di proprietà della Galleria Studiò

Milano

Sacralità svelata

Tecnica mista su tela, 80 x 100 cm, 2009 (collezione privata)

Nella rappresentazione di questi corpi si riscontra una specie di erotismo indistinto che non sempre riesce facile decodificare. Si può supporre così che questi corpi giovani e vitali possano attingere all’eros la loro realizzazione e insieme attivare un flusso di coscienza con la natura. Ecco uno dei significati dei dipinti dedicati alle acque – il femminile, la madre, l’eterno ritorno e la presenza delle rose potrebbe simboleggiare l’effimero della bellezza.

Da non trascurare infine le sperimentazioni materiche e cromatiche della pittrice, che esprime unità stilistica nelle sue opere presentando figure scorciate e particolari di grande suggestione.

Saturno

Tecnica Mista su tela

30x40

2007

di proprietà della Galleria Studiò

Milano

Viola

Tecnica Mista su tela

80x100

2007

di proprietà della Galleria Studiò

Milano

Il corpo occulto. Fuoco

50 x 70 T.M. su tela, 2007, collezione privata